I passi Maniva, Croce Domini e Tremalzo
Primo sopralluogo: Maggio 1996
( Successivi: Ottobre 2002 )

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Percorrendo i passi Maniva, Croce Domini e Tremalzo
(1) Salendo verso la stazione Radar al Giogo di Bala; (2) lo sterrato prima del Passo Croce Domini;
(3-4) Le prime gallerie militari dopo il Passo Tremalzo; (5) Dal Monte Tremalzo lungo la strada militare verso il Lago di Garda.


1. Descrizione Escursione
2. Inquadramento Storico dell'Escursione

1. Descrizione Escursione
Arrivati sulla sponda ovest del Lago d'Idro, in prossimità di Anfo, si sale sulle montagne circostanti. Il primo lungo tratto di strada è asfaltato anche se, dopo il primissimo tratto, inizia a restringersi parecchio consentendo il passaggio ad un solo mezzo alla volta. La sensazione è di estrema serenità poiche la piccola strada sale proprio in mezzo ad una montagna disabitata e completamente ricoperta da una fitta vegetazione che non lascia quasi mai visibile l'orizzonte; per un lungo tratto non vi è traccia di abitazioni, fino a quando si arriva al Passo Maniva, a 1664 mt. A quel punto bisogna continuare verso Dasdana, passando per il Rif. Bonardi. Lungo il percorso, per chi è appasionato, vi si trovano resti di una chiesa, ormai senza tetto, e di un vecchio rifugio. In corrispondenza di Giogo di Bala, a circa 2100 mt, la strada asfaltata termina in corrispondenza di una stazione radar militare il cui limite è invalicabile.
Esiste un piazzale in cui abbiamo pranzato e da cui si puo' ammirare un panorama stupendo. Proseguendo, lo sterrato si presente senza alcuna difficoltà ed è accompagnato sempre da un'ottimo panorama che da sul Monte Frà (mt. 2160) . Lungo lo sterrato abbiamo incontrato parecchi tedeschi molti dei quali con moto da strada, e questo a sottolineare la non criticità del percorso. Durante la discesa verso il Passo di Croce Domini, dove lo sterrato finisce ma nel contempo si fa' più stretto e ripido, abbiamo addirittura incontrato un signore anziano con un Ape Car che preso dalla noia aveva deciso di fare una piccola escursione col suo mezzo (un po' di folklore non guasta mai !!! ) e a fatica si arrampicava lungo il sentiero sterrato.Arrivati al Passo di Croce Domini, tenendo la destra, la strada ritorna ad essere asfaltata e riporta lungo la Valle di Caffaro sul Lago d'Idro, sfiorando Bagolino.

Ritornati sul lago è necessario proseguire verso nord. A Ca' Rossa girare a destra verso Storo ed imboccare la Val d'Ampola. La valle è molto bella, immersa nel bosco e dunque abbastanza selvaggia. Ad un certo punto è necessario prendere la deviazione verso il Monte Tremalzo. Arrivati al rifugio, subito dopo il Passo di Tremalzo, esistono due sterrati; uno è una strada privata, da non prendere, l'altro è quello da percorrere. Questo sterrato è molto selvaggio e nel contempo pericoloso; in effetti, si tratta di una vecchia strada militare lungo la quale esistono parecchie gallerie, scavate durante il primo conflitto mondiale. Nella parte centrale dello sterrato, in corrispondenza di Monte Nota, mt 1384, la mulattiera è molto ripida e dissestata; il fatto che sia in discesa rende poi il procedre molto difficoltoso col rischio di cadere; tra l'alro durante la discesa ho anche bucato !!!   Il tratto finale è tutto in Val di Bondo e si presenta meno sconnesso, più lineare e più largo. Si continua fino ad arrivare al Lago di Garda passando per gli ultimi paesini di Villa e Pieve.

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1. Inquadramento storico
Il percorso si inserisce nel contesto di strade militari costruite a ridosso del confine Lombardia-Trentino durante la prima Guerra Mondiale. Lungo di esso si ha infatti la possibilità di percorrere parecchie mulattire per lo più ex strade militari. Dal punto di vista storico degne di particolare nota è il tratto che porta dal passo Tremalzo verso il lago di Garda, in quanto prorpio sul confine tra le due regioni e pertanto ricco di costruzioni militari. Si ricorda che la Lombardia era in mano Italiana mentre il Trentino era posseduto dagli Austriaci; il desiderio di annettere questa regione sta alla base, insieme ad altri fattori, dell'intervento nel conflitto dell'Italia contro gli Imperi Centrali.
Geograficamente può venire inserito come tratto del Fronte Italiano Occidentale, che dallo Stelvio arriva fino al lago di Garda, che rappresentò più che altro un Fronte statico, poichè la sua linea non subì nessun spostamento di rilievo durante il conflitto. Per maggior approfondimenti si veda la sezione della Grande Guerra appositamente dedicata, Il Fronte Italiano e le Linee difensive: il Fronte italiano Occidentale.

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